Lavori al freddo? Attenzione a questi pericoli nascosti sulla tua salute

Quando si lavora in ambienti freddi, sia all’aperto che in locali non riscaldati, i pericoli per la salute sono molteplici e spesso sottovalutati. Le basse temperature possono generare non solo un calo della produttività e dell’efficienza professionale, ma espongono anche il corpo umano a rischi sia di natura acuta che cronica. L’impatto sulle capacità motorie e sulla concentrazione causa un aumento degli incidenti, accentuato dalla limitata sensibilità delle mani e dei piedi, le prime parti esposte alle intemperie. Una valutazione attenta delle condizioni microclimatiche diventa essenziale per prevenire conseguenze anche gravi sulla salute di chi lavora al freddo.

Le minacce più insidiose: danni locali e sistemici

Nei luoghi di lavoro freddi, i disturbi locali comprendono principalmente la perdita di sensibilità, i geloni e, nei casi estremi, i congelamenti. Mani, piedi, volto e orecchie sono particolarmente vulnerabili, a causa della ridotta circolazione sanguigna nelle estremità, che comporta una diminuzione della mobilità e una perdita del senso del tatto. Questo fenomeno, oltre a essere doloroso, incide negativamente sulla precisione delle attività manuali e amplifica il rischio di traumi o lesioni accidentali, come tagli o schiacciamenti non percepiti tempestivamente.

I geloni sono infiammazioni dolorose della pelle provocate dall’esposizione prolungata a temperature fredde e umide. Possono interessare sia le mani che i piedi, manifestandosi con arrossamenti, prurito e gonfiore. Se non trattati, i geloni possono portare a ulcerazioni cutanee o infezioni.

Non meno gravi sono i danni sistemici causati dal freddo prolungato, tra cui spicca il rischio di ipotermia. In questa condizione, l’organismo perde la capacità di mantenere la temperatura interna stabile (ipotermia), con conseguenze potenzialmente fatali: alterazione dello stato di coscienza, confusione, perdita dei sensi, coma e, nei casi estremi, il decesso. L’ipotermia non colpisce solo durante il freddo intenso; anche a temperature considerate “moderate”, in presenza di abiti inadeguati o umidità e vento elevati, il rischio aumenta sensibilmente.

Effetti cronici e conseguenze a lungo termine

L’esposizione prolungata o ripetuta a temperature basse, oltre agli effetti acuti già descritti, può provocare problemi a lungo termine. In particolare, si assiste a una maggiore incidenza di reumatismi cronici e di disturbi alle vie respiratorie, dovuti alla continua inalazione di aria fredda. Questi problemi, accompagnati da possibili disagi alle vie urinarie e dai danni al sistema nervoso periferico, rappresentano per i lavoratori un fattore di rischio da non trascurare. Anche il sistema muscoloscheletrico può risultare compromesso, con la comparsa di dolori articolari, rigidità o infiammazioni muscolari che ostacolano la normale attività lavorativa e possono favorire l’insorgenza di patologie croniche.

Incidenti indiretti: scivolate, cadute e riduzione della vigilanza

I rischi legati al freddo non si limitano alle problematiche fisiologiche. In ambienti gelidi è molto facile incorrere in incidenti indiretti, come scivolate su ghiaccio e perdita dell’equilibrio. Questi eventi sono spesso la conseguenza della ridotta sensibilità agli arti e della diminuzione della prontezza di riflessi dovuta all’abbassamento della temperatura corporea. La stanchezza e la difficoltà di concentrazione che sopraggiungono con il freddo rendono il lavoratore maggiormente soggetto a disattenzioni, aumentando notevolmente il rischio di infortuni sia nei mestieri manuali che in attività a rischio caduta.

  • Scivolamenti e cadute dovuti a pavimentazioni ghiacciate o bagnate
  • Perdita di presa sugli strumenti o materiali a causa delle mani intorpidite
  • Infortuni causati da un abbigliamento pesante e poco flessibile che limita i movimenti rapidi
  • Ritardi nei tempi di reazione che impediscono di evitare situazioni di pericolo

Soggetti e professioni più esposte ai pericoli del freddo

Non tutti i lavoratori sono ugualmente esposti ai pericoli derivanti dal freddo. Le categorie maggiormente a rischio includono:

  • Operai edili e personale di cantiere che lavorano all’aperto o in strutture non riscaldate
  • Personale addetto a magazzini refrigerati o celle frigorifere, dove il microclima interno è spesso controllato al ribasso
  • Addetti agli impianti sciistici, manutentori e soccorritori montani
  • Lavoratori agricoli impegnati nella raccolta o nella cura di colture invernali
  • Autotrasportatori e personale in aree di carico/scarico soggette alle intemperie

Particolarmente vulnerabili sono anche le persone con condizioni di salute preesistenti, come patologie cardiovascolari, diabete o disturbi neurologici. In questi soggetti, la normale termoregolazione può essere compromessa, rendendo la loro esposizione al freddo ancora più pericolosa.

Strategie di prevenzione e protezione

Per ridurre i rischi, adottare misure di prevenzione è cruciale. Alcune strategie fondamentali comprendono:

  • Utilizzare abbigliamento adeguato a strati, preferibilmente in materiali tecnici che conservano il calore e disperdono l’umidità
  • Proteggere mani, piedi e testa con guanti termici, calzature isolate e cappelli compatibili con i dispositivi di protezione individuale
  • Effettuare pausa frequenti in ambienti riscaldati per consentire al corpo di recuperare la temperatura
  • Garantire la presenza di bevande calde ma non alcoliche, che aiutano la termoregolazione
  • Monitorare costantemente il benessere dei lavoratori, prestando attenzione ai primi segni di ipotermia o congelamento
  • Utilizzare pavimentazioni antiscivolo e rimuovere frequentemente neve e ghiaccio dalle aree di passaggio

Inoltre, la formazione specifica sui rischi del lavoro al freddo e sulle tecniche di primo soccorso può salvare vite e ridurre la gravità degli incidenti. Le aziende dovrebbero dotarsi di procedure di emergenza e fornire dispositivi di riscaldamento portatili ove possibile, senza trascurare la necessità di una sorveglianza sanitaria periodica per i lavoratori maggiormente esposti.

Comprendere e riconoscere tempestivamente i segnali di allarme dell’organismo, come brividi incontrollati, pelle bianca o bluastra, confusione o tremori, permette di intervenire rapidamente per evitare danni permanenti alla salute.

Il lavoro al freddo espone i lavoratori a pericoli spesso sottovalutati ma potenzialmente molto gravi. Solo un’attenta prevenzione e la consapevolezza dei rischi nascosti permettono di mantenere salute, sicurezza e produttività anche nelle condizioni più impegnative.

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