Senti fischi o ronzii continui nelle orecchie? Ecco le cause nascoste dell’acufene

L’acufene si manifesta come la percezione di fischi, ronzii, fruscii o suoni pulsanti nelle orecchie, spesso senza una fonte esterna e con un’intensità variabile a seconda dei soggetti. Questo disturbo può colpire una o entrambe le orecchie e affligge una consistente percentuale della popolazione adulta, con una prevalenza intorno al 10-20%. Molti lo avvertono come un semplice fastidio, ma in alcuni casi può diventare un problema che incide sensibilmente sulla qualità della vita, influenzando sonno, concentrazione e umore.

Cos’è l’acufene: una breve panoramica clinica

L’acufene non è una malattia vera e propria, ma un sintomo che può derivare da molteplici condizioni. Tecnicamente, si parla di acufene quando il paziente riferisce di udire suoni non associati a stimoli esterni. Tali suoni possono assumere caratteristiche differenti:

  • Fischio acuto o sibilante
  • Ronzio o fruscio continuo
  • Pulsazioni sincronizzate con il battito cardiaco (acufene pulsante)
  • Soffi, mormorii o suoni ad intermittenza

Nella maggior parte dei casi, l’acufene è soggettivo, percepito solo dal paziente. Raramente può essere oggettivo, ovvero udibile da un esaminatore attraverso strumenti specifici.

Le principali cause nascoste dell’acufene

I motivi che conducono all’insorgenza dell’acufene sono molteplici e, in molti casi, si intrecciano fra loro. Le principali cause identificate dalla letteratura medica e dagli esperti sono:

1. Perdita uditiva e invecchiamento del sistema uditivo

Una delle cause più comuni è la progressiva perdita dell’udito legata all’età (presbiacusia). Il processo di invecchiamento induce una diminuzione o un danneggiamento delle cellule ciliate della coclea, responsabili della trasformazione degli impulsi sonori in segnali nervosi. La loro degenerazione provoca squilibri nella trasmissione dei segnali sonori, favorendo la comparsa di sintomi acufenici.

2. Esposizione a rumori intensi e traumi acustici

L’acufene viene spesso scatenato o aggravato da una prolungata esposizione a suoni intensi, come nei lavoratori dell’industria del suono, nei musicisti o in coloro che frequentano ambienti rumorosi senza protezione. Le esplosioni o i forti picchi di rumore possono produrre danni permanenti ai delicati recettori cocleari.

3. Ostruzione del condotto uditivo e patologie locali

L’accumulo di cerume (tappo) è una delle cause più sottovalutate, in grado di alterare la pressione interna dell’orecchio e generare alterazioni nella percezione dei rumori. Anche la presenza di corpi estranei, infezioni del condotto uditivo (come otiti), o infiammazioni dell’orecchio medio, del naso e dei seni paranasali possono causare acufene temporaneo o persistente.

4. Patologie vascolari e neurologiche

In alcuni casi, l’acufene assume una natura “pulsante”, rispecchiando il ritmo del battito cardiaco. Le cause possono essere:

  • Ipertensione arteriosa e problemi circolatori
  • Arteriosclerosi, che genera flussi anomali di sangue nei vasi vicini all’apparato uditivo
  • Anomalie vascolari congenite o acquisite, come malformazioni artero-venose o aneurismi
  • Patologie a carico delle trombe di Eustachio

Tali condizioni modificano la percezione dei suoni interni, provocando la sensazione di rumore pulsante. Disturbi neurologici (tra cui neuropatie craniche) e la presenza di tumori benigni come il neurinoma acustico possono essere responsabili di acufene monolaterale.

5. Cambiamenti improvvisi di pressione

Immersioni subacquee, voli aerei o pratiche sportive ad alta quota possono alterare la pressione esercitata sull’orecchio interno e favorire la comparsa di acufene, soprattutto nei soggetti con predisposizione o con pregresse patologie uditive.

6. Fattori farmacologici e tossici

Alcuni farmaci, detti ototossici, sono in grado di danneggiare le strutture nervose dell’orecchio comportando sintomi persistenti di acufene. Ne fanno parte alcuni antibiotici, diuretici, antinfiammatori e farmaci cardiovascolari. Anche una intossicazione provocata da farmaci assunti a dosaggio o modalità non corrette può essere causa scatenante del disturbo.

7. Patologie croniche e sistemiche

Alcune patologie dell’orecchio interno, in particolare la sindrome di Menière, sono associate ad acufene, vertigini e perdita progressiva dell’udito. Anche malattie metaboliche (diabete, ipotiroidismo), disfunzioni della ATM (articolazione temporo-mandibolare) e disturbi cervicali possono generare sintomi simili. Il fumo e lo stress cronico rappresentano ulteriori fattori predisponenti o aggravanti.

Acufene e stress: un legame spesso sottovalutato

Molte persone notano che i sintomi acufenici tendono a peggiorare nei periodi di forte stress. Questa connessione è ormai riconosciuta: la tensione psico-fisica accentua la percezione dei rumori interni, probabilmente attraverso meccanismi neurali e vascolari che coinvolgono le vie uditive centrali. In situazioni croniche, lo stress può instaurare un circolo vizioso che amplifica l’attenzione del soggetto sui suoni percepiti, compromettendo ulteriormente il benessere quotidiano.

Quando rivolgersi al medico e importanza della diagnosi precoce

L’acufene non va sottovalutato, soprattutto quando compare improvvisamente, è associato a perdita dell’udito, vertigini, sintomi neurologici o peggiora progressivamente. In questi casi è fondamentale rivolgersi tempestivamente a uno specialista otorinolaringoiatra, che procederà con esami audiometrici, otoscopia e approfondimenti mirati per individuare la causa sottostante.

Nei casi di acufene pulsante continuo, un attento screening delle condizioni vascolari e neurologiche è essenziale per escludere patologie anche potenzialmente gravi come tumori dell’angolo ponto-cerebellare o anomalie vascolari.

Conclusioni: prevenzione e gestione dell’acufene

Sebbene non tutte le forme di acufene siano direttamente curabili, riconoscere tempestivamente la causa permette spesso di migliorare sensibilmente i sintomi. La prevenzione si basa sulla protezione dell’udito dall’esposizione a rumori forti, sulla corretta gestione dell’igiene auricolare e sull’attenzione all’uso dei farmaci ototossici. Adottare uno stile di vita sano, evitare il fumo e imparare a gestire lo stress contribuiscono a ridurre il rischio e l’intensità dell’acufene. In presenza di sintomi persistenti o invalidanti, le nuove tecniche di riabilitazione acustica e l’approccio multidisciplinare rappresentano opzioni di sostegno efficaci nel lungo periodo.

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