Storia del miele





Un antico alimento

miele nelle tombe egizie Il miele è un alimento naturale straordinariamente nutriente e benefico che anticamente veniva definito "il cibo degli dei". Fin dai tempi più antichi è stato usato come dolcificante, infatti è stato trovato del miele in perfetto stato di conservazione nelle tombe egizie dei Faraoni risalente a 2600 anni prima di Cristo. Inoltre si possono trovare frequenti accenni alle api e al miele nelle Sacre Scritture e sono numerose le notizie sul miele e sull'apicoltura provenienti dagli antichi scrittori romani, quali Varrone, Columella, Plinio il Giovane e Virgilio che ne parla nelle sue "Georgiche".
Ciò che accomuna tutti questi documenti storici è il valore alimentare e terapeutico che, anche nell'antica Roma, veniva attribuito al miele.
Quindi il miele fa parte della storia dell'umanità da molto tempo, forse anche per questa ragione entra così spesso nel nostro modo figurato di esprimerci con numerosi detti popolari: per dire che qualcuno è una persona soave e mite si usa dire che è dolce come il miele; il primo mese di matrimonio, in cui gli sposi vivono insieme per la prima volta, è un magico momento che si chiama luna di miele; un magnifico colore chiaro di capelli si definisce biondo miele; di un luogo incantato e florido si dice che scorrono fiumi di latte e miele; una madre è dolce quando nutre il proprio figlio con latte e miele, cioè con cibo e amore; quando gli americani vogliono essere carini o sono particolarmente innamorati chiamano "honey", cioè miele, tesoro, la propria moglie o fidanzata.


Antiche arnie

Gli antichi Egizi fabbricavano arnie di argilla e sin dai tempi più remoti l'uomo è diventato apicoltore, anche se le api non sono mai state veramente addomesticate.
Durante il Medioevo il sistema in uso per l'apicoltura era la tradizionale arnia fatta di trecce di paglia o corde di altre fibre, si arrotolavano a spirale e si cucivano insieme, in modo da formare una sorta di cono o campana, quindi si poneva nella cavità di un muro per non farla bagnare dalla pioggia e non farla portare via dal vento.
arnie antiche In autunno, quando l'apicoltore voleva prendere il miele, uccideva le api facendo bruciare sotto l'arnia un pezzo di zolfo o, nel migliore dei casi, le api venivano recuperate capovolgendo la campana e mettendone un'altra vuota sopra. In questo modo le api lasciavano l'alveare capovolto cercando rifugio in quello vuoto. Più saggiamente si poteva mettere l'arnia vuota sopra quella piena e praticare un foro attraverso il quale le api salivano subito. Appena le api erano migrate, si toglieva l'arnia piena di favi e miele, ma in questo tipo di arnia il miele risultava pieno di uova o di larve, perché l'ape regina deponeva un uovo in ogni cella non essendoci lo schermo separatore presente nelle arnie moderne.
Il miele si poteva estrarre per spremitura, infilando l'arnia in un sacco di tela che, spremuto, faceva gocciolare fuori il miele già filtrato. Filtrando il miele si potevano eliminare le impurità ma in questo modo si uccidevano anche molte api. Inoltre, con questo tipo di arnia, era impossibile sapere se le api avevano una qualche malattia.
Alcuni produrrori che ancora oggi vogliono mantenere vivi vecchi metori tradizionali, adottano il metodo di capovolgere l'arnia, metodo che, come abbiamo visto, funziona senza uccidere le api.







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